TITAN FUNGHI

TITAN FUNGHI

TITAN FUNGHI

È un’azienda agricola senza terra, perché coltiva funghi all’interno di container navali dismessi, utilizzando i fondi di caffè per la sua produzione.

Da chi è formato il team, la vostra età?
Il nostro team è formato da Alessandro Barducci, 30 anni, cittadino sammarinese ed Amy Ann Hayhurst, 35 anni, cittadina inglese.

Descrivi in poche righe l’attività che svolgerete dopo aver impiantato l’impresa.
La nostra attività si occuperà di coltivare funghi derivante dai fondi di caffè. Un’azienda agricola senza terra, che utilizza container navali dismessi per creare le fungaie e realizzare prodotti di ottima qualità grazie al caffè.

L’idea nasce da una passione personale o dalla prevalente sensazione che possa produrre business?
L’idea di business nasce dalla passione per gli scarti dei processi produttivi. Alessandro ha già realizzato un Centro del Riuso a San Marino proprio con l’intento di prevenzione dei rifiuti e ottimizzare le risorse. La sensazione di produrre business trasformando i rifiuti in risorse, pensiamo sia un’arma vincente per differenziarsi dai soliti processi produttivi d’impresa.

Chi è il tuo modello di imprenditore/imprenditrice… e perché?
Il mio modello di imprenditori per la realizzazione di questa attività è Antonio Di Giovanni, un ragazzo di Firenze che grazie alla sua laurea in agronomia, ha realizzato il primo business model in Italia per la coltivazione di funghi derivante dai fondi di caffè. Ho avuto l’onore di prendere parte ai suoi corsi formativi e questo mi ha permesso di creare un rapporto di collaborazione con lui e vivere in prima persona l’esperienza d’impresa che interessa il nostro business model.

A tuo parere l’ostacolo più alto per una nuova impresa qual è?
Penso siano i gravi ostacoli legati alla burocrazia e ai cavilli che essa ne trae. Alla difficoltà di presentarsi ad un mercato che ragiona su grande scala, al marketing spietato e alla difficoltà sempre più ardua di una clientela che ormai è satura. Pertanto bisogna farsi strada tra competitor con battaglie all’ultimo sangue, puntando su innovazione e qualità.

Quali benefici in particolare avete ricevuto dal percorso di formazione intrapreso insieme a Nuove Idee Nuove Imprese?
Ritengo sia stata un’opportunità fantastica quella di aver partecipato alle lezioni svolte online sulla piattaforma Zoom, che mi ha permesso di concentrarmi e focalizzare al meglio per la realizzazione della mia business idea grazie a spunti molto interessanti nel corso dei vari incontri. Le lezioni online hanno permesso di acquisire nozioni importanti, oltre ad esperienze dirette che, a mio avviso, mi hanno permesso di “illuminare” per visualizzare al meglio il mio business. Ritengo che Nuove Idee Nuove Imprese sia un’occasione speciale non solo per chi vuole realizzare un’idea imprenditoriale in concreto, ma anche come approfondimento su tematiche economiche e di marketing molto attuali. Personalmente ritengo molto dinamica l’attività delle lezioni in aula, svolta nella fase finale del percorso, che permette di cimentarsi all’interno del proprio piano business grazie ad un’attenzione che viene posta dai docenti, ovvero informare lo “studente “ per il suo business plan d’impresa sia pensando alle opportunità ma anche ai problemi che sussistono nel creare un’impresa.

Se tu avessi davanti un politico col potere di legiferare, quale provvedimento gli chiederesti con attuazione immediata?
Chiederei personalmente di interrompere le norme che attuano questo stato di pandemia Covid 19. Chiederei inoltre di emanare provvedimenti che favoriscano l’attività per giovani imprenditori, in modo da affacciarsi al mercato dei competitor con una marcia in più.

Sei convinto che la pandemia abbia solo creato danni o credi si siano anche aperte delle nuove opportunità?
Sono convinto che da ogni situazione positiva o negativa che sia, si creano delle opportunità. Pertanto il Covid ha creato problemi da risolvere e opportunità da cogliere al volo.

La pandemia ha rimodulato la tua idea di impresa o è rimasta invariata?
L’ha rimodulata, costringendomi ad impiegare energie fisiche e risorse per sviluppare un piano C e D piuttosto che concentrarmi solo su modelli di impresa pre-Covid.

Vi siete posti il tema dell’impatto ambientale della vostra attività? Avete immaginato soluzioni per attenuarle?
La nostra attività di impresa utilizza scarti e rifiuti per produrre funghi, la coltivazione dei funghi produce rifiuti assimilabili dalla natura al 100% sviluppando quindi un compost organico fertilizzante. Si utilizza un processo di produzione a cascata denominato e identificativo della Blue Economy, dove lo scarto di ogni processo produttivo viene impiegato e assimilato dal processo produttivo seguente e che alla fine del ciclo produttivo diventa assimilabile dalla natura stessa.

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