È una startup deep tech che vuole supportare il guidatore a 360°, fornendo informazioni di guida in maniera diretta, proiettandole sulla strada grazie alla realtà aumentata e AI.
Da chi è formato il team, la vostra età?
Il team è composto attualmente da 9 persone, in gran parte studenti universitari prossimi alla laurea, di età compresa tra i 21 e i 26, che coprono la maggior parte delle skills richieste al fine di portare avanti la startup.
Alessio Morelli (Fondatore), Giacomo Caroli (co-fondatore), Luca Battilana (CLC), Deepak Giduthuri (Project Engineer), Luigi Lavriani (Optical Physicist) e altri.
Descrivi in poche righe l’attività che svolgerete dopo aver impiantato l’impresa
Forniamo soluzioni basate su tecnologie di proiezione in realtà aumentata per il settore automobilistico, supportando il conducente nella prevenzione di incidenti stradali e distrazioni, migliorando l’esperienza di guida e sviluppando i sistemi di intrattenimento di prossima generazione nei futuri veicoli a guida autonoma. Il nostro innovativo AR-HUD consentirà al guidatore di concentrarsi esclusivamente sulla guida, fornendo le informazioni necessarie su tutto il parabrezza, adattandosi dinamicamente alla strada e all’ambiente circostante. La nostra tecnologia ci consentirà di espandere l’uso degli HUD al passeggero per una migliore esperienza di intrattenimento e anche agli occupanti dei futuri veicoli a guida autonoma, fornendo informazioni e suggerimenti sui luoghi di interesse circostanti.
Una volta costituita l’impresa, ci concentreremo sul successo dell’impresa. In particolare, i passi più importanti saranno il deposito di alcuni brevetti tecnologici, fondamentali per mantenere alta la competitività nei confronti del mercato di riferimento. Altro punto focale sarà la ricerca di nuovi partner sia di produzione sia per l’accelerazione della messa in commercio del prodotto.
L’idea nasce da una passione personale o dalla prevalente sensazione che possa produrre business?
Da una passione personale per l’automotive e la realtà aumentata, ma prima ancora da un’esigenza vissuta in prima persona, che pian piano si fa sempre più importante vista l’enorme spinta nella digitalizzazione all’interno delle vetture, che costringono sempre più il guidatore a distogliere lo sguardo dalla strada.
Chi è il tuo modello di imprenditore/imprenditrice… e perché?
Sarebbe scontato dire Elon Musk, ma dico Jack Ma (il fondatore di Alibaba).
Mi emoziono ogni volta che leggo o ascolto la sua storia, in particolare di come, nonostante sia stato rifiutato da un numero enorme di università e lavori, dopo aver fallito su ogni cosa, senza soldi in tasca, sia riuscito a realizzare un vero e proprio colosso.
A tuo parere l’ostacolo più alto per una nuova impresa qual è?
La fase iniziale, il partire, perché è lì che si capisce davvero chi vuole fare impresa e chi no. Quando ancora non si generano utili, quando tutto è in perdita ma devi andare avanti perché sai che passerà e prima o poi sarai felice di ciò che hai costruito.
Quali benefici in particolare avete ricevuto dal percorso di formazione intrapreso insieme a Nuove Idee Nuove Imprese?
Una maggiore consapevolezza di quelle che sono le opportunità, agevolazioni e possibilità nell’apertura di una startup, un sostegno e una guida nella realizzazione di documenti importantissimi e complessi come un business plan e un pitch deck.
Se tu avessi davanti un politico col potere di legiferare, quale provvedimento gli chiederesti con attuazione immediata?
Un abbassamento dei costi di costituzione e mantenimento delle startup e che venga introdotta nuovamente l’amata “costituzione online”, perché non è possibile che in Europa siamo praticamente all’ultimo posto in termini di costi societari.
Sei convinto che la pandemia abbia solo creato danni o credi si siano anche aperte delle nuove opportunità?
E’ innegabile che abbia arrecato danni alle persone e alle imprese, ma penso che una cosa positiva ci sia, ovvero una spinta verso la digitalizzazione, incentivata dalla necessità e l’impossibilità delle persone ad uscire dai propri nuclei abitativi.
La pandemia ha rimodulato la tua idea di impresa o è rimasta invariata?
No, è rimasta la stessa. L’unica cosa ade essere cambiata è l’organizzazione del lavoro. Abbiamo iniziato a a spartirci i compiti per farli in autonomia/a gruppi, in smart working.
Vi siete posti il tema dell’impatto ambientale della vostra attività? Avete immaginato soluzioni per attenuarle?
Certo, tutte le nostre scelte verranno prese con particolare attenzione alla sostenibilità. Nella seconda fase dello sviluppo, per esempio, prevediamo un’integrazione esclusivamente con veicoli elettrici.
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