eSteps

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eSteps è una start-up innovativa di carattere eHealth, con l’obiettivo di contrastare l’aumento della disabilità motoria degli arti inferiori, sviluppando soluzioni con la centralità del paziente. La nostra caratteristica è la possibilità di coniugare: l’Internet of Things (IoT), l’intelligenza artificiale e la sostenibilità ambientale a supporto del paziente/medico. Per approfondimenti: www.estepshealth.com

Da chi è formato il team, la vostra età?
Il nostro team è composto da:
Nidhal Louhichi, CEO e Ingegnere Biomedico, Fabrizio Gaudenzi, CTO, Ingegnere Elettronico, e da collaboratori, per il momento due programmatori e una designer.

Descrivi in poche righe l’attività che svolgerete dopo aver impiantato l’impresa
Con eSteps vogliamo contrastare l’aumento della disabilità motoria degli arti inferiori, proponendo soluzioni di monitoraggio pre, durante e post ospedalizzazione con protocolli di biomeccanica e tele-riabilitazione, ma anche soluzioni sportive di tele-monitoring, con soluzioni ad alta tecnologia, personalizzate e sostenibili con la centralità del paziente/medico/sportivo come valore. Ad oggi abbiamo come cliente un importante realtà ospedaliera, e altre due in trattativa.

L’idea nasce da una passione personale o dalla prevalente sensazione che possa produrre business?
L’idea nasce da uno dei Founder, Nidhal Louhichi di voler aiutare il padre nella deambulazione post protesi di ginocchio. Durante gli studi universitari ha approfondito i temi dell’ energy harvesting e biomeccanica, ma grazie a un seminario sull’intelligenza artificiale applicato al predire i guasti della macchina, lo ha portato a coniugare una soluzione ideale, che ad oggi dispone di due brevetti.

Chi è il tuo modello di imprenditore/imprenditrice… e perché?
Il nostro modello di imprenditore è Nerio Alessandri, Presidente e Fondatore della Technogym. Ha dimostrato cosa vuol dire essere affamati, non aspettare che ti vengano a bussare alla porta, ma svegliarsi all’alba e partire per Milano nella speranza di riuscire a ottenere un colloquio. Soprattutto nella sua dote di negoziazione, quando è riuscito a convincere un pilota promettente a inserire il suo logo nella manica della tuta (non era neanche considerato nel listino prezzi), perché voleva comparire nel momento della vittoria del pilota, quando alzava il trofeo.

A tuo parere l’ostacolo più alto per una nuova impresa qual è?
L’ostacolo più grande per una nuova impresa è quello di riuscire a ragionare a processi, come fanno le aziende strutturate, ma dall’altra parte essere sempre in un ciclo continuo di rivoluzione e innovazione.

Quali benefici in particolare avete ricevuto dal percorso di formazione intrapreso insieme a Nuove Idee Nuove Imprese?
Abbiamo consolidato diversi concetti: dal mindset, al business model, fino al marketing. E soprattutto siamo entrati in contatto con importanti personaggi del palcoscenico imprenditoriale.

Se tu avessi davanti un politico col potere di legiferare, quale provvedimento gli chiederesti con attuazione immediata?
Se avessi davanti un politico, gli chiederei sicuramente di inserire fin dalle scuole elementari corsi sull’imprenditorialità (ovviamente adatto al contesto), e non, per avere più imprenditori, ma perché questi percorsi insegnino a dare fiducia in sè stessi, a essere estroversi, a imparare ad ascoltare, a conoscersi e magari a portare ad avere maggiori imprese e quindi, nel lungo termine anche ad un calo della disoccupazione.

Sei convinto che la pandemia abbia solo creato danni o credi si siano anche aperte delle nuove opportunità?
Credo che la pandemia abbia fatto emergere molte cose, soprattutto la consapevolezza del poco sviluppo della digitalizzazione nel nostro Paese. La pandemia ha dato l’opportunità a molte persone di lavorare da casa, grazie al telelavoro ma ha anche fatto emergere l’importanza di sperimentare soluzioni nel campo del Digital Health.

La pandemia ha rimodulato la tua idea di impresa o è rimasta invariata?
La pandemia ha portato a un boom di interesse per la telemedicina durante il lockdown con un aumento della sperimentazione: il 37% delle strutture sanitarie sta sperimentando il tele-monitoraggio (rispetto al 27% nel 2019) dai dati dell’Osservatori Digital Innovation. Ci ha permesso di velocizzare il nostro ingresso nel mercato e modellizzare il nostro target con early adopter che erano più in difficoltà come i Guerrieri (cosi ci piace chiamare le persone affette da sclerosi multipla).

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