BATHBACT

BATHBACT

BathBact porta sul mercato una nuova generazione di bagni mobili, a impatto zero e basati su un processo batterico naturale.

Da chi è formato il team, la vostra età?
Il team BathBact è formato da diversi studenti universitari, tutti tra i 20 e i 25 anni. I principali membri del team sono: Matteo Curcio, Marco Fazzini e Tommaso Failli. Matteo e Marco sono rispettivamente fondatore e co-fondatore e sono iscritti al terzo anno di ingegneria chimica e biochimica dell’università di Bologna. Tommaso studia invece economia aziendale, ed è iscritto al medesimo anno. Matteo è fondatore e ideatore del progetto, si occupa di coordinare la ricerca e di dialogare con investitori ed enti esterni. Marco è co-fondatore, si focalizza sullo sviluppo tecnico del progetto, in particolare paragonando le idee a tecnologie già esistenti. Tommaso, infine, si occupa della parte di business: creazione delle bozze di business plan, ricerche di mercato e indagini di modelli di mercato. Nonostante le diverse competenze e i diversi indirizzi di provenienza, nel nostro team prevale il lavoro di squadra e i punti di vista dei compagni sono fondamentali.

Descrivi in poche righe l’attività che svolgerete dopo aver impiantato l’impresa
La nostra idea d’impresa si basa sullo sfruttare le tecnologie per migliorare la vita di ogni giorno. Per farlo vogliamo partire da un servizio presente in tutte le nostre città: i bagni mobili. La tecnologia BathBact permetterà di sostituire le sostanze caustiche e i profumanti usati nei bagni con un cocktail di microbi totalmente sicuro, che faccia il lavoro fin ad oggi compiuto dai prodotti chimici. Dopo aver costituito l’impresa proseguiremo in questo modo: in primis contatteremo possibili clienti e partner per un’indagine di mercato più approfondita, poi sulla base dei dati raccolti partiremo con la sperimentazione e la campagna di marketing; in secondo luogo continueremo con ricerca e partiremo con la sperimentazione per migliorare il nostro cocktail e trovare altri settori in cui espanderci, sfruttando la versatilità dei microbi e le loro capacità uniche. In tutto questo continueremo ad ampliare la nostra community tra i giovani a favore dell’informazione e della sensibilizzazione riguardo le biotecnologie.

L’idea nasce da una passione personale o dalla prevalente sensazione che possa produrre business?
L’idea nasce circa un anno fa, per entrambi i motivi: la passione per la scienza, in particolare chimica e microbiologia, si è unita al pensiero che migliorare un servizio del genere potesse essere una buona idea, ed eccoci qui.

Chi è il tuo modello di imprenditore/imprenditrice… e perché?
Non è facile rispondere. Senza dubbio ammiro caratteristiche diverse di imprenditori diversi: la pazienza di Buffett, il magnetismo di Jobs, la determinazione di Bezos e l’eccentricità di Musk. Dire però che prendo uno di loro come “modello”, suonerebbe un po’ prematuro. Quello che posso dire è che spesso sono un “one man army” e faccio fatica a delegare alcuni compiti, ma la fiducia nel mio team è completa e indubbia.

A tuo parere l’ostacolo più alto per una nuova impresa qual è?
Scrollarsi di dosso tutti quei luoghi comuni sul fatto che non ha più senso diventare imprenditori, in particolare quando il pubblico si trova di fronte un team di giovanissimi.

Quali benefici in particolare avete ricevuto dal percorso di formazione intrapreso insieme a Nuove Idee Nuove Imprese?
Senza dubbio un punto di vista diverso: ascoltare esperti del settore, dubbi e idee di altri team e preparare la sintesi dell’idea imprenditoriale, è stato formativo e fondamentale per capire meglio il mercato e i nostri obiettivi.

Se tu avessi davanti un politico col potere di legiferare, quale provvedimento gli chiederesti con attuazione immediata?
Egoisticamente direi di promulgare una legge che incentivi le aziende che sfruttano biotecnologie e soluzioni microbiche innovative. Più realisticamente chiederei una maggiore sensibilizzazione, a partire dalle scuole, sulle biotecnologie, le sostanze chimiche e la microbiologia.

Sei convinto che la pandemia abbia solo creato danni o credi si siano anche aperte delle nuove opportunità?
Come ci ha sempre insegnato la storia, un periodo che porta disagi a qualcuno implica sempre un vantaggio per altri. Di certo questa pandemia ci ha fatto capire l’importanza di un sistema di informazione e sanitario ben organizzato ed efficace, senza contare tutte le opportunità che ha offerto al settore B2C, vista la permanenza nelle nostre case durante i lockdown. In secondo luogo l’avvio dei vari bonus incentiverà l’edilizia nei prossimi anni, e con lei tutti gli ambienti adiacenti, tra cui anche i bagni mobili.

La pandemia ha rimodulato la tua idea di impresa o è rimasta invariata?
L’idea di BathBact nasce durante la pandemia. Le modifiche sono state attuate non tanto per la pandemia, quanto più per l’evoluzione del nostro pensiero e il confronto con esperti e altri punti di vista.

Vi siete posti il tema dell’impatto ambientale della vostra attività? Avete immaginato soluzioni per attenuarle?
Tutta la nostra idea ruota intorno alla diminuzione dell’impatto ambientale: ogni soluzione, dal cocktail di microbi alla produzione delle cabine, è stata presa tenendo l’impatto zero come punto saldo.

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